lunedì 14 ottobre 2013

Come Leopardi; La perfezione non esiste, l'equilibrio ancora di meno.

Buonasera.
Ho deciso che ogni lunedì scriverò un post, così per inziar bene, o male, la settimana; per darmi e darvi una cerca carica, o anche uno spunto su cui riflettere.
O semplicemente per rompervi i coglioni. Anche se non vi obbligo a leggere.
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La scorsa settimana, il mio prof di letteratura ha iniziato a spiegare Leopardi, e il suo pensiero pessimistico.
Se avete già letto qualche mio post, mi sembra inutile puntualizzare quanto io mi ci sia rispecchiata, in tutta quella sua malinconia, quel suo senso di evasione, di inadeguatezza, di istinto.

Il pensiero e la ragione, sono due istinti umani naturali. Così come il desiderio di trovare il piacere.
In questo desiderio vengono quindi racchiuse tutte le ambizioni, i sogni, e gli ulteriori desideri di ognuno, che si accumulano sempre di più, diventando infiniti; talvolta però questi desideri non sono accessibili, ed è da qui che scaturisce quell'infelicità che fa vivere male, quell'infelicità che porta alla malinconia perenne, mai accentuata, all'essere non adatto e sempre più bramoso di desideri irraggiungibili ed infiniti, e di felicità.
 Agli elementi della natura umana, esistono e si contrappongono anche i sentimenti non naturali, o quelli chiamati del Nulla. 
Con la ragione, si è in grado di prendere coscienza della nullità delle cose, e di conseguenza di distruggere l'istinto naturale, ovvero il creatore delle nostre illusioni e desideri.
Appena si riesce a levare la maschera dell'illusione, essa non potrà essere più riprodotta, se non tramite la finzione, e quindi l'istinto; ma si sa che il piacere prodotto da tale consapevole illusione è destinato a morire, a cadere, proprio come il suo creatore.

L'uomo è destinato a star solo, il mondo e la natura tramano contro di lui, e sè stesso è l'unico su cui può far affidamento.
Esso però, col passare del tempo, trova conforto in altri valori (nel caso di Leopardi, per esempio, nello studio e nella conoscenza), e nella solidarietà con gli altri uomini che, come lui, sono infelici e nutrono lo stesso sentimento malinconico dovuto alle illusioni costruite da loro stessi.
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In una recente discussione, ho affermato che la perfezione non esiste, ed è solo un'illusione. Un'illusione che provoca piacere, perchè diciamocelo... a chi non piacciono i capelli perfetti, il lavoro perfetto, un viso perfetto, degli occhi perfetti, una persona perfetta, un luogo perfetto, un viaggio perfetto, dei vestiti perfetti, un pomeriggio perfetto, l'amore perfetto, la morte perfetta, la relazione perfetta, la  famiglia perfetta, il matrimonio perfetto? Chi non prova piacere nell'avere la perfezione?
Ma ripeto, la perfezione è solo un'utopia. Cerchiamo di convincerci che sia vera, che esista realmente, ma siamo talmente accecati dal piacere che emana, che nemmeno ci va' di aprire quei maledetti occhi e vedere che non lo è.
L'unica perfezione che conosco è quella dei Gas Nobili. Raggiungono l'ottetto senza doversi legare a nessun'altro elemento. E non lo fanno mai.
Il problema degli uomini è questo, a parer mio: tutti abbiamo un nostro iniziale equilibrio, che sia più o meno forte non importa, che è in bilico su un filo. Il fatto è che a volte ci si lega troppo ad altre persone, e questo legame porta a rompere il naturale equilibrio personale, con la conseguenza che, da questo filo, si cade.
Uno scambio è necessario, bisogna averlo per forza, ma chi è che ha voglia di cadere da quel filo, chi ha voglia di spostare quell'equilibrio personale e farsi del male? E' vero che in guerra e in amore è tutto concesso, ma quel tutto deve avere un limite, e la sofferenza di quel filo è davvero troppa; soprattutto se si cade più volte.
Il rischio si deve correre solamente se si è convinti che ne valga davvero la pena. Se si è convinti che quell'elemento ci porti davvero all'equilibrio, a quel famoso numero otto, come gli elettroni che servono per rendere stabile il legame tra due atomi. Se si è convinti che quella persona ci possa aiutare a non cadere e a stare in bilico su quell'affilato filo che vibra in continuazione e tenta di farci cadere.
Ma se quell'equilibrio è incerto, si cade e ci si fa male. Tanto. Troppo male.
L'equilibrio personale viene sempre stravolto dalla presenza di legami con altre figure. A prescindere dalla persona, poi, perchè poco importa se quella sia brava o cattiva, grassa, magra, alta, bassa, nera, bianca, studiosa, povera, vecchia eccetera. Ogni legame ci porta ad affezionarci troppo all'altro e ci fa abbassare la guardia; pensiamo che tutto vada bene e di punto in bianco arriva il colpo di grazia che ti lascia a terra, a guardare quel cazzo di filo su cui hai trascorso il tuo periodo di equilibrio, da cui sapevi che non dovevi scappare, ma l'hai fatto comunque perchè in fondo "che male c'è a provare di nuovo?".
Ma ovviamente questo è un mio parere.
"La convinzione, a quanto pare, è un lusso che si può permettere chi non è coinvolto."

"Meglio una vita da Iodio che una vita da Neon." E invece io rispondo che anzichè stare come il Cloro, preferisco essere come il Kripton.
Che poi, a dirla tutta, il Cloro se si lega all'Idrogeno fa pure l'acidello.

Turunen.

martedì 8 ottobre 2013

Torno - Lunedì - Estate

Hola.
Mi sento una merda.
Ho abbandonato per ben 4 mesi e mezzo questo blog, e mi sento davvero in colpa.
Ma ci sono stati tanti "problemi", quindi credo di avere una mezza scusa.
O forse no.

Oggi comunque è Lunedì (pur essendo l' 1.25 am io di martedì io lo considero lunedì, perchè ancora a letto non sono andata, quindi finchè non mi addormento, lunedì non è finito), primo giorno della settimana, giorno in cui si ricomincia la routine quotidiana.
E con la routine, io ricomincio anche a scrivere qui.

Durante quest'estate sono successe un bel po' di cosette, quindi vi tengo aggiornati su quelle più importanti (ma a chi? Non lo legge nessuno sto blog, vabbè).
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L'amore è quel sentimento che ti da tutto, e ti rende felice, e ti brucia l'anima per fonderla all'anima del tuo amato; e quando lui se ne va ti ruba anche la tua, di anima, e tu rimani senza.

Ebbene sì, ci siamo lasciati. Questioni personali, okey, ma era solo un'info, niente di più.

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In compenso, il mio migliore amico ed io abbiamo finalmente fatto pace, e sono la persona più felice del mondo, perchè... perchè sì, lo adoro, e senza di lui è stato un anno infernale.
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Darko ha lasciato il blog. Non ho idea del motivo per cui l'abbia fatto; ormai non mi parla da settimane, non so il perchè, non ho fatto nulla di male, e ho appunto scoperto da poco che ha mollato qua.
Appena lo vedo chiedo spiegazioni, non può lasciarmi così senza nemmeno avvisarmi.
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Ho realizzato uno dei miei progetti estivi: un viaggio all'estero.
Mia madre è stata fortunatissima. Un venerdì ha trovato un articolo sul giornale locale che parlava di un progetto chiamato Pastiche Youth. Incuriosita, porta il giornale a casa e me lo fa leggere. Appena capisco di cosa si tratta corriamo a fare la domanda in comune: sono la prima ad averla fatta. Oltretutto il bando sarebbe scaduto il lunedì successivo, non c'è più tempo ormai, e i posti sono solo quattro. La tipa del comune mi suggerisce di far presentare la domanda anche ad una mia amica, per partire insieme, insomma, perciò decido di chiamare Federica. Super entusiasta, anche lei fa subito la domanda.
Tempo qualche giorno, e veniamo contattate via mail da una ragazza responsabile di questo progetto: siamo state scelte insieme alle gemelle Beatrice e Carlotta per partecipare, e con noi verranno altre tre ragazze di Serramanna che ancora non conosciamo: Claudia, Melania e Alice. Saremmo poi accompagnate da due leader, Rosangela e Matteo.
Gli ultimi giorni prima della partenza volano via, tra un acquisto e l'altro; io e mamma siamo impegnatissime per finire gli ultimi dettagli, lei super agitata, io super eccitata.
Arriva il fatidico giorno, ci avviamo in aeroporto, il volo è abbastanza presto. Salutiamo le famiglie: si parte.
Incontriamo le ragazze che condivideranno quest'esperienza con noi: sembrano simpatiche. In seguito non sarà solo un'apparenza, perchè simpatiche lo sono davvero.
Siamo in aeroporto, check in, e tutta la solita routine prima di salire sull'aereo; una volta a bordo, scegliamo i posti: io mi siedo vicino a Bea, Federica vicino a Carlotta, non siamo tanto distanti.
Durante il viaggio ho fatto amicizia con Beatrice, prima d'ora non ci parlavo per niente, ci conoscevamo già ma non avevamo nessun tipo di rapporto se non quello di un saluto per la strada. Da quel momento ho scoperto B: sono lei e la sua simpatia, è una ragazza splendida, sempre solare (apparte quando si arrabbia con Carlotta!), molto matura, con senso dell'umorismo, di compagnia, ha stile nel vestire, e ha un fascino particolare. E' una di quelle persone che appena le vedi dici/pensi: "Cavolo, voglio che lei diventi la mia migliore amica. Subito!" Il tempo passa veloce con lei, e con lo Steward italiano che ci racconta le sue avventure; guardo fuori dal finestrino... Siamo arrivati.
"Welcome to London Luton Airport!" Guardo Bea e sorrido, quasi mi metto a piangere. Siamo arrivate a Londra, e tra poco ha inizio la nostra avventura.

Prendiamo un bus che ci porta all'aeroporto di Birmingham, dove troviamo Chris, il responsabile del camp, che ci aspetta col suo furgoncino. Carichiamo le valigie e, stanchissimi, ci lasciamo portare al Camp dove trascorreremo 10 giorni delle nostre preziose vacanze estive.
Arrivati al camp, vediamo dei tendoni, e l'idea che subito balza in mente a tutti è "Dormiremo seriamente là dentro?!!". Ebbene sì. Lo faremo.
Scarichiamo le valigie, e respiriamo la fresca aria inglese. Alla recinzione ci aspetta Ben, l'altro responsabile, che sol suo sorrisone ci saluta, si presenta e ci augura una buona permanenza.
Nella main tent troviamo tantissimi ragazzi. Siamo tra gli ultimi ad arrivare, e dobbiamo ancora andare a registrarci. Ci avviciniamo così, sotto gli occhi di tutti, a Leanne, che ci chiede Nome, Cognome e altri dati personali; finito lo pseudo interrogatorio, ci assegna una tenda: io sono con Federica, mentre Carlotta e Beatrice stanno insieme, a una tenda di distanza da noi.
Portiamo le nostre cose in tenda, e torniamo nella main tent. Ci sentiamo in soggezione, gli occhi Spagnoli, Maltesi, Polacchi, Inglesi, Macedoni e Rumeni continuano a fissarci, e decidiamo così di sederci e aspettare che qualcuno più coraggioso di noi si avvicini a parlarci. Arrivano gli Spagnoli, si presentano: "Hola, my name is..." Salva, Jose, Jose Manuel e Josue. Iniziamo a parlare con loro, Salva è molto carino e gentile, è molto simpatico e socievole; lo stesso vale per Jose, con lui inizio a parlare di musica, gli piace il rock e il metal, e adora i SOAD, come dimostra la sua maglietta. Jose Manuel e Josue sono molto timidi, perciò si allontanano.
Dopo un po' decidiamo di sederci affianco ai ragazzi inglesi: Calum è il ragazzo che mi colpisce di più, ha degli occhi color ghiaccio, sono bellissimi, una pelle marmorea che contrasta con i suoi capelli neri. Ci chiedono se vogliamo giocare a carte. Le altre accettano, io rimango impassibile: dico che non so giocare a carte, e tutti mi guardano come fossi un'aliena.
Passa il tempo e arriva l'ora di cena. Prendiamo i nostri piatti e bicchieri e andiamo a cercare un tavolo, ma sono tutti occupati. Solo uno è mezzo libero, e due ragazzi Maltesi ci fanno cenno di sederci con loro. Sono Andrea e Dillon, sono simpatici e durante tutta la cena parliamo con loro, o almeno cerchiamo di capire cosa dicono, dato che il loro accento è stranissimo.
Dopo la cena, laviamo piatti e posate e io e Fede andiamo in tenda a sistemare il nostro letto. Sono tutti letti a castello, ma io avendo le vertigini, decido di dormire giù, e affianco a me si mette Federica. Ero un po' spaventata all'idea di dormire in una tenda, lì al buio, con qualunque persona che sarebbe potuta entrare e squarciarmi viva. Ma lo feci, non avevo altra scelta. Ci prepariamo per andare a dormire, con due felpe, e due maglioni, i leggins e il pigiama perchè fa troppo ma troppo freddo, e dormiamo in un sacco a pelo, perciò è meglio coprirsi. Essendo stanche, andiamo a dormire presto, e la notte sembra non essere nemmeno iniziata.
Ci svegliamo, e andiamo a far colazione con tutti gli altri. E' una cosa bellissima ritrovarsi tutti così. Alla luce del sole, quello che poteva esserci in Inghilterra, tutti sembrano più socievoli e propensi a scambiare due parole. Tutti sorridono, salutano, fanno cenno di sedersi con loro.

Alla fine della giornata dobbiamo scegliere quale Workshop intraprendere; le scelte sono Drama, Art, Dance o Music Workshop.
Io inizialmente scelgo Danza, ma alla fine opto per Musica, che è comunque la cosa che mi riesce meglio.

I giorni seguenti passano velocissimi, tra una chiacchierata sull'erba, la serata culturale, in cui tutti i paesi preparano degli assaggi dei cibi tipici, una pseudo discoteca improvvisata nella main tent e nella sala accanto ai bagni, i giochi del pomeriggio, le passeggiate al lago di Earlswood, il falò coi marshmallow, la serata con l'alcool, la giornata al Bull Ring (centro commerciale enorme di Birmingham), le partite a basket e le cadute sullo skate, le prove dei workshop, le nottate passate in bianco con Carlotta, Sangie e Calum nella tenda del Music Workshop a insultarci e dire stronzate; passano senza neanche farsi sentire.
Alla fine del corso dei Workshop, facciamo l'esibizione finale.
Il Drama consiste in un drama, appunto, su una vicenda razzista ( PY : Drama ) ; l'Art ha preparato delle simpatiche borse decorate ( PY: Art ) ; il Dance ha preparato una sorta di Musical divertentissimo senza nessuno che cantasse, ovviamente ( PY : Dance ) ; infine il Music ha preparato una sorta di Musical, senza balletti e roba varia ahahah ( PY : Music ) .
E' stata una bella condivisione di lavori, perchè tutti ci abbiamo messo il cuore in ciò che abbiamo fatto, e per questo tutti i lavori sono riusciti benissimo.

Arriva il fatidico, ultimo giorno. Siamo rimasti pochissimi al campo, tutti sono in giro per Birmingham, ma io e Calum non ce la sentiamo, perciò rimaniamo qui.
I polacchi partono per primi stamattina. Li salutiamo, inizia la tristezza, sapendo che noi italiani siamo i prossimi.
Io e Cal passiamo tutta la giornata assieme, cercando di rifare la valigia, tra un abbraccio e un pianto, e ci impieghiamo roba di quattro o cinque ore per finire.
Rebekah ci porta il pranzo verso le 4pm, non avendoci visto a pranzo: qualche fetta di pizza e dell'acqua. Mangiamo tutto in silenzio, le lacrime scorrono ancora, scorrono già.
So che non voglio lasciare tutto questo.
Ma devo, perchè non è qui che vivo, anche se vorrei tanto fosse questo il mio posto.

La sera, quando tutti gli altri ritornano, quasi nessuno mangia nella main tent; sono tutti tristi per la partenza.
Arriva... Eccoci qua. E' arrivata l'ora di andare. Tutti i ragazzi si schierano di fronte alla main tent, sono pronti a salutarci, o almeno... così ci vogliono far credere.
Io non riesco proprio ad uscire dalla mia tenda, Cal mi guarda e cerca di sorridermi, sapendo che questa partenza sarà dolorosa.
Devo uscire, ma le lacrime mi impediscono di vedere bene dove vado, perciò mi aiuta, prende la mia valigia. Nel mentre entra Rares che mi abbraccia, e prende l'altro mio borsone per portarlo fuori.
Aiuto. Sono in panico, tutti si avvicinano per salutarmi, e io saluto tutti, chi più e chi meno, ma tutti. Abbraccio coloro con cui ho legato di più. La maggior parte di loro piange. Proprio come me.
Si sa che quando si va all'estero, gli italiani fanno un certo scalpore, per chissà quale motivo.
Bene, io non lo sapevo, ma appena ho visto i ragazzi con cui abbiamo legato di più accompagnarci al bus... beh, l'ho scoperto. Un secondo giro di abbracci, e un terzo, e per qualcuno anche il quarto.
Lascio Cal per ultimo, perchè lui è proprio l'ultimo che voglio lasciar andare. Salva è tristissimo, Dillon piange, Rares non ne parliamo. Calum è invece impassibile, sembra quasi senza sentimenti.
"C mon guys, it's getting late here!" Chris urla come suo solito, siamo in ritardo, dobbiamo andare all'aeroporto.
Arriva il momento di salutare Cal. Ci stringiamo in un abbraccio, e per quei minuti esistiamo solo noi. Fanculo gli altri, fanculo il ritardo, fanculo l'aereo, fanculo Chris, fanculo l'Italia.
Siamo così uniti, io e lui. Ma Chris si sta spazientendo, e gli altri sono già sul furgone. Sciolgo l'abbraccio, lo guardo negli occhi per qualche secondo, e gli schiocco un bacio sulle labbra. Salto sul minivan, chiudo le porte.
"Calum is crying! He's crying!!" guardo dal finestrino, ed è vero... La tristezza mi assale, ed è mista a disperazione. E' una persona fantastica e la sto lasciando qui.

Chris mette in moto, fa inversione e attraversa il cancello per andar via, il tutto accompagnato dai  nostri amici che sventolano in aria le loro mani per salutarci, o farci dei cuori, o dei gestacci, ma è tutto pieno d'affetto. Un affetto strano, che non si può descrivere. E' come se fossimo tutti fratelli o sorelle. Non esiste amicizia più vera.
Continuo a piangere mentre gli altri italiani mi guardano, con una perla di sconforto nei loro occhi. Sanno cosa sto lasciando in quel posto. Sanno quanto male mi stia facendo.
Realizzo, guardando fuori dal finestrino, che quest'esperienza è giunta al termine, che siamo riusciti a condividere con dei ragazzi che nemmeno conoscevamo, tutti questi nostri 10 giorni. Siamo stati tutti uniti, senza distinzioni di nazionalità, colori, lingue, accenti, culture, comportamenti e tradizioni.

E' stata un'esperienza magnifica, che rifarei all'istante, e non mi pento niente di ciò che ho fatto, ed ora che sono a casa e piango mentre scrivo queste righe, mi accorgo di quanto questo viaggio, ma soprattutto queste persone, mi abbiano toccato nel profondo del cuore. Persone così è difficile trovarle, ti capita l'occasione solamente una volta nella vita, perchè il treno passa solamente quella volta, poi non passa più, e devi attaccarti al cazzo.
E io son stata capace di salirci, su quel treno. Ma anche su quell'aereo, e sul minivan di Chris, e sono entrata in quelle tende, e i ragazzi sono entrati dentro di me, insieme a tutto il viaggio e l'esperienza.


Sono delle persone fantastiche, e le sto lasciando, qui.
Qui.
Ora su questo blog. E sul mio cuore.
Vi adoro, dal primo all'ultimo.
Federica.
Carlotta.
Beatrice.
Matteo.
Alice.
Melania.
Claudia.
Salva.
Jose.
Josue.
Jose Manuel.
Marina.
Owen.
Abigail.
Kimberley.
Magda.
Sangie.
Dillon.
Rares.
Васко.
Daniel.
Teodora.
Marcelina.
Caroline.
Szymon.
Jordan.
Leanne.
Alex.
Andrea.
Toto.
Tamara.
Elena.
Konstantin.
Gaynor.
Toma.
Kim.
Mario.
Marta.
Yonela.
Rhys.
Miriam.
Rebekah.
Aida.
Igor.
Elena.
Bartoz.
Jovana.
Filip.

Sicuro ne ho dimenticato qualcuno. Tanto non leggeranno mai MUAHAHAHAH.
Basta.
Li adoro, non c'è niente da fare.

Grazie.

Turunen.


foto non mia. Questa era la serata in cui Carey Murdock (cantautore americano) ha fatto una serata da noi. E' stata una bella serata, io ho fatto amicizia col cantante AHAHAHAHAH 
Scherzi a parte, lui è davvero bravo, e io, Abi e Gayna ne eravamo innamorate. Okey.