giovedì 24 gennaio 2013

Gioventù e lavoro.

Da qualche anno a questa parte il termine "lavoro" non ha più lo stesso significato che poteva avere ai tempi dei nostri nonni. Precarietà lavorativa giovanile e non, diplomati e laureati che si accontentano della mediocrità, donne confuse ed indecise: sono queste le parole chiave del problema del lavoro in Italia, che si aggrava sempre più col passare del tempo.
Secondo alcuni dati, il tasso di occupazione giovanile è inferiore di dieci punti rispetto alla media Europea, e l'età media in cui si acquisisce un posto di lavoro stabile è 38 anni (FONTE ISFOL).
L'assenza del lavoro e la sua instabilità è, al giorno d'oggi, una delle più grandi preoccupazioni dei più giovani.
Secondo delle ricerche effettuate dall'Istituto IARD, le nuove generazioni si sono dovute, o si dovranno confrontare con nuovi contratti che favoriscono la precarietà del lavoro che, al giorno d'oggi, conta circa il 20% della popolazione, e ciò è grave, ma purtroppo inevitabile, perchè ogni giovane, al suo ingresso nel mondo del lavoro, è portato ad avere un'occupazione instabile, e talvolta priva di un'assicurazione o della retribuzione meritata.
Un altro aspetto riguardante la disoccupazione o occupazione precaria in Italia è quello delle donne, elementi che, subito dopo i giovani, risentono maggiormente questa crisi. In particolare le donne del Sud, che talvolta vedono mutare il loro problema occupazionale in disoccupazione cronica, in cui sprofondano fino a smettere di cercare un lavoro.
D'altra parte, ci sono delle donne che considerano il posto di lavoro fisso, quello che dura tutta la vita, una vera e propria condanna. Questo perchè hanno una famiglia a cui devono dedicare del tempo, una casa, dei bambini, oltre poi agli amici, agli hobby e ai vari svaghi, per uscire dalla realtà quotidiana e confrontarsi, per esprimere le proprie opinioni e sperare insieme in un futuro migliore, in una politica più onesta e così via.
Meno ore di lavoro significano meno spese sociali, meno trasporti, e soprattutto meno malattie riguardanti stress e logoramento. Oltretutto, questo cambiamento può essere sostenuto da una riduzione delle tasse, come già succede in Olanda.
Infine, ma non per la loro importanza, ci sono i diplomati, gli universitari e i laureati.
Negli ultimi anni, le università italiane denunciano un calo di iscrizioni, che porta a delle preoccupazioni riguardanti la capacità, o meglio incapacità, dei nostri paesi a formare un numero sufficiente di lavoratori attrezzati per il futuro. Secondo alcuni economisti, l'attuale tasso di disoccupazione di neolaureati, nel  tempo, andrà aumentando, ma questo non è un problema solo italiano.
Qualche anno fa l'economista Paul Krugman sosteneva che, nell'arco di qualche anno, le varie industrie avrebbero ridotto drasticamente la domanda di lavoro altamente qualificato: questo "fenomeno" è favorito anche dall'automazione di ogni singolo incarico, che sia esso solamente esecutivo o che richieda delle ottime conoscenze.
Un altro aspetto grave è che le società al di fuori dell'Italia si impegnano per trovare delle giovani menti nei Paesi emergenti, e ne trovano tante, ad un costo contenuto; il loro intento è quello di creare una classe media che possa bilanciare il calo dei consumi in Occidente. Ma questo sistema, invece di alleggerire questa crisi, potrebbe aggravarla, rischiando di far investire ai nostri giovani sempre meno soldi e tempo nell'istruzione: ciò sarebbe un grave errore, dato che chi studia ha sempre una possibilità in più.
Infatti, se andiamo a confrontare i guadagni di un laureato e di un diplomato, la differenza, seppur minima, c'è. Tuttavia, i laureati che subito hanno trovato lavoro sono davvero pochi e sono sempre in calo.
Molte famiglie cercano di influenzare i propri figli nella scelta dell'università, indirizzandoli verso la facoltà che, secondo il loro pensiero, potrebbe offrire più possibilità lavorative.
Io credo invece che ogni facoltà, se fatta con il giusto impegno, dia delle opportunità di lavoro. Ogni ragazzo deve avere la possibilità di scegliere il proprio futuro: scegliere di fare una facoltà piuttosto che un'altra, o di andare al nord piuttosto che al sud. Ma qualunque cosa egli scelga, dev'essere una cosa pensata da sè, senza l'influenza di terzi. Un ragazzo costretto a studiare in una facoltà che non è di suo gradimento finirà fuori corso, e impiegherà il doppio del tempo a laurearsi, proprio perchè non è soddisfatto della scelta presa, perchè quello non era ciò che egli sognava.
Ed è lo stesso per coloro che decidono di lavorare: ci sono molti ragazzi qualificati e con delle ottime competenze che però non vengono assunti e rimangono a guardare chi, al posto loro, ha un lavoro, senza nemmeno aver finito gli studi; gli immigrati, talvolta, sono i favoriti, perchè non pretendono una paga esagerata e tante volte lavorano in nero.
Certo, anche loro hanno bisogno di lavoro, e spesso svolgono delle mansioni che gli italiani rifiutano.
Ma credo sia comunque ingiusta, questa situazione italiana di precarietà, perchè la nostra, com'è scritto sulla Costituzione, è una repubblica fondata sul lavoro ma, di lavoro, noi Italiani, ne vediamo e ne vedremo ben poco.


Turunen.

domenica 6 gennaio 2013

Diamonds.

"Dai, facciamoci prima un giro in macchina; poi raggiungiamo gli altri in pizzeria." "Okey, ci sto."

Un colpo d'acceleratore e la macchina parte, non sento i buchi della strada, la guida è leggera, è come se stessimo volando e non toccassimo il suolo.
Lui accosta, vuole scegliere una bella playlist dal suo IPod grigio, una playlist non troppo violenta, non troppo cruda, dura; ne vuole una con canzoni dolci, romantiche.
Eccola lì, l'ha trovata: PLAY e ripartiamo.
Non so dove mi sta portando ma poco importa. Continuo a non sentire la strada, è magnifico.
La canzone inizia, sono i Gemelli Diversi che cantano Vivi per un Miracolo; credo sia uno dei loro pezzi più conosciuti.

(Che poi ho scoperto da poco il gioco di parole: Gemelli Diversi - Gemelli Di Versi. Cioè, è fantastico!)

"Ce l'hai un attimo per me? Perchè c'è troppo bisogno di aiuto, di aiuto, di aiuto... Soltanto un attimo per me... Ti prego dimmi mentre il mondo piange Dio dov'è?" La canta per un po', poi si stanca, e mette SKIP.
Inizia l'altra canzone, è malinconica, è Mary. Io odio quella canzone, è davvero triste, ma almeno non è stupida, almeno parla di problemi reali, attuali, e non di gente che fuma un po' e gioca a Pes.

Stessa storia, la canta un po', poi cambia canzone.
Inizia la canzone, sento quelle tre note consecutive, e ho paura.
Oddio, ho davvero paura, la riconosco, e non voglio piangere. Quelle note iniziali le riconoscerei in mezzo al casino più caotico che esista; sono ormai nella mia testa da un bel po' di tempo, grazie a Lui, che me l'ha dedicata.
Un sorriso finto, forzato, nervoso, cerca di nascondere la tensione che provo in quegli istanti che precedono la strofa che mi fa commuovere.
Questa canzone è il racconto di me, della mia storia, ed è come se, all'epoca, i Gemelli Diversi, avessero previsto la mia futura vita. Quella Chiara della canzone SONO IO, e ogni volta che la sento mi fa provare emozioni che neanche posso spiegare.
Arriva la fatidica strofa; e piango, piango, e piango ancora, e poi tremo, e vorrei smetterla, quindi asciugo le lacrime, ma appena cerco di fare un sorriso, eccole di nuovo che mi rigano il viso; come se i miei occhi, due diamanti, come dice la canzone, volessero imitare una fontana, e anzi, fare meglio il suo lavoro; perciò piango, piango e mi sfogo, e lui è lì, che tra una marcia, una curva e l'altra, canta e mi guarda, guarda la mia reazione, guarda i miei zigomi e la mia fronte rossa dal pianto, e mi sorride, e guarda le mie mani che cercano di nascondere quei due diamanti che brillano nella parte alta del mio viso, brillano per le lacrime che sembrano diventare un oceano, tutto questo nei miei occhi; guarda, continua a guardarmi, le mie mani tremano, come il resto del mio corpo, sento freddo e vorrei solamente spegnere quell'IPod, prenderlo in mano e buttarlo fuori dal finestrino, perchè questa canzone mi fa male, mi fa riflettere veramente, mi fa pensare a quello che sono, e a come gli altri mi vedono; ma non posso, non posso perchè sono rigida, e le mani, invece di spegnere l'IPod, tengono in mano il fazzoletto che cerca di asciugare le perle incolore che cadono dai miei occhi, che cercano di cessare per far apparire un sorriso.
Ed eccolo lì, in mezzo a quelle lacrime, che spunta un mini-sorriso. Mini perchè è davvero piccolo, davvero impercettibile. Ma lui l'ha visto, lui l'ha capito; accosta, mi abbraccia e canta.
"Tu guarda Chiara e impara un po', da quella timidezza che nascondere non si può. Ascolta Chiara e lei ti dirà che vuole crescere! Per Chiara è importante parlare alla gente, e ama farla ridere, a Chiara piace vivere..."

La canzone finisce, e finiscono anche le mie lacrime. Asciugo bene, e con cura controllo che il mio eyeliner e il mio mascara non abbiano sbavato: non voglio arrivare in pizzeria in condizioni pessime.
Accende la macchina e ripartiamo, ma questa volta cambia playlist, mette Zakk Wylde e la sua cover di Stairway To Heaven, che io preferisco di gran lunga all'originale.
La canzone dura per tutto il tragitto fino alla pizzeria. Scendiamo dalla macchina e vediamo i nostri amici.
Li raggiungiamo per entrare tutti insieme e lui, nel mentre, mi abbraccia, tenendo la sua mano sul mio fianco destro.
Ci sediamo l'uno di fronte all'altro, e aspettiamo il nostro cibo. Mangiamo, ridiamo, beviamo. Andiamo via.
Lui mi aveva promesso, poco prima, che avremmo camminato per il corso, seppur deserto, io e lui. Perciò eccoci qui, mano nella mano, lui che sbuffa un po' per la non-voglia di camminare, io col sorrisone di un bambino che si è appena gustato il suo gelato preferito.
Parliamo, e nel mentre lui mi abbraccia, facendo in modo che la mia mano vada ad abbracciare i suoi fianchi, mentre la sua sta sulle mie spalle. Un po' come le coppiette anziane, che vanno a mangiarsi qualcosa una sera d'estate, e si amano da tanti anni, e si abbracciano in questo modo, sembrano quasi inseparabili, dopo tutti questi anni insieme, dopo tutto quello che hanno affrontato, tutti i problemi, tutte le malattie, tutte le persone che non credevano in loro.

Siamo un po' come una coppietta anziana, noi due. Nonostante tutte le malattie, tutti i problemi, tutti coloro che non credono e non hanno mai creduto in noi, noi resistiamo, e continueremo a farlo; perchè il nostro amore è forte, e ci lega ogni giorno di più; il nostro amore resiste a tutto e tutti. Siamo indistruttibili. Inseparabili. E'come ossigeno per me, non posso vivere senza.

Come una coppietta anziana continuamo a stare abbracciati in quel modo, vorrei non ci staccassimo mai, vorrei stare così per sempre, vorrei non dovergli mai dire addio, vorrei non dover mai smettere di averlo vicino.


"Sai, è stata davvero una serata perfetta, quella di oggi. Vorrei fosse sempre così."
Lo so amore, lo so. E lo sarà, sempre così perfetto, se solo riusciremo a superare tutti gli ostacoli. Ci ameremo e staremo insieme, felici, come lo siamo adesso. Lo saremo per sempre, se solo tu vorrai.

Vorrai. Vorrei.


Turunen.




NB: La canzone a cui mi riferisco si chiama A Chiara Piace Vivere, dei Gemelli Diversi. (Testo)